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"Ho avuto la fortuna di rimanere indipendente perché la mia storia è vicina e cara al mio cuore. Vendere tutti i diritti sarebbe come vendere mio figlio, e non potrei mai fare una cosa simile."
Sarah Burleton, autrice di Why Me?
Mi sembra che mi ci sia voluta la vita intera per scrivere il racconto della mia infanzia di maltrattamenti in "Why Me?" Tutte le volte che provavo a scrivere non sapevo come iniziare, e soprattutto, non sapevo come avrebbe reagito il mondo. Si sarebbero fatti beffe di me, dicendo che avevo ciò che mi meritavo? O sarei stata criticata per aver lavato i miei panni sporchi davanti a tutto il mondo? Con l'incoraggiamento di mio marito, però, che credeva che mettere la mia storia sulla carta potesse aiutarmi a guarire, ho deciso di scriverla senza neanche pensare alla pubblicazione. Così alla fine ho scritto la mia storia. L'ho scritta tutta.
Ho scritto di quando, a occhi chiusi, vedo ancora gli occhi di mia madre, di come riesco ancora a percepire il suo respiro sul mio volto, del tempo trascorso nella nostra stalla e di come mia madre mi faceva lavare i denti con Comet. Ho scritto di ciò che provo tutt'ora, di ciò che mi provoca ancora incubi e mi rende triste nella mia vita adulta.
Il processo di scrittura è stato estremamente terapeutico. Ho realizzato che per tutta la mia vita adulta mi sono sentita colpevole per nulla. Non avevo fatto nulla di male per meritarmi ciò che ottenni da mia madre. Ho pensato a quanti bambini e persone adulte stavano soffrendo allo stesso modo o affrontando gli stessi sensi di colpa che io ho covato per anni. Ho deciso di provare a fare pubblicare il mio libro per aiutare altre vittime di maltrattamenti.
Tuttavia, mi sono scoraggiata quando ho iniziato a cercare editori tradizionali e a rendermi conto dei salti mortali che dovevi fare solo per far guardare il tuo manoscritto a qualcuno. La maggior parte degli editori che avevo trovato non avrebbe neanche letto un manoscritto senza la rappresentanza di un agente, quindi iniziai ad arrendermi all'idea di vedere il mio libro pubblicato. Un giorno, infine, in una delle mie ricerche on-line casuali, mi imbattei nel programma Kindle Direct Publishing di Amazon e scoprii il mondo dell'autopubblicazione. Ho caricato il mio libro nel settembre 2010 ed è stato preso in considerazione da un editore importante il primo dicembre 2011 per una potenziale distribuzione cartacea. Ero scioccata e onorata di essere stata contattata da uno dei "giganti" dell'editoria, tuttavia rifiutai l'offerta. Non stavo cercando una distribuzione di massa, ma un modo per raggiungere le persone che AVEVANO BISOGNO della mia storia.
Da allora, "Why Me" nel gennaio 2012 raggiunse la posizione #8 nell'elenco dei best seller del New York Times. Non dimenticherò mai il momento in cui mi collegai alla pagina Web e vidi il mio piccolo libro, "Why Me?", presente nell'elenco dei giganti dell'editoria.
Ho avuto la fortuna di rimanere indipendente perché la mia storia è vicina e cara al mio cuore. Vendere tutti i diritti sarebbe come vendere mi figlio, e non potrei mai fare una cosa simile.
"Secondo me, un autore non può sbagliare pubblicando il proprio libro con Amazon KDP."
Dreama Denver, autrice di Gilligan's Dream
Nonostante abbia sempre amato scrivere e abbia sempre pensato che dentro di me ci fosse un libro in attesa di essere scritto, quel libro non è diventato una realtà fino all'età adulta. "Gilligan's Dreams", la storia del mio matrimonio durato 30 anni con Bob Denver, la star di "Gilligan's Island", era il risultato degli alti e bassi della vita; era il risultato delle sfide della vita intraprese a tasta alta e della sopravvivenza ad esse; ma più di ogni altra cosa, era la perdita dell'amore della mia vita dopo 30 anni di matrimonio, credendo in ogni parte di me che non c'era la possibilità di continuare ad andare avanti senza di lui, per poi scoprire, invece, che ero molto più forte di quanto credessi. Non solo ero in grado di sopravvivere alla mia perdita, ma potevo anche onorare la memoria di mio marito vivendo pienamente la mia vita, usando le nostre esperienze per ispirare altri e facendo tutto ciò che è in mio potere per rendere questo mondo un posto migliore; almeno nel mio piccolo. Ero quindi sulla cinquantina quando sentii di avere qualcosa di vitale da dire e di avere una voce con cui dirlo.
All'apparenza diventare uno scrittore sembra una cosa abbastanza semplice da fare, vero? Come prima cosa, è necessario avere una storia da raccontare, inventata o autobiografica, quindi prendere in mano la penna, o in quest'era digitale, mettere la dita sulla tastiera e iniziare. Seriamente, quanto potrebbe essere difficile raccontare la mia storia? Dopo tutto, era la MIA storia, una storia che nessun altro conosceva, che nessun altro poteva raccontare. Questo era quello che pensavo, ma la realtà era un'altra. Avevo sempre sentito dire che, nel caso delle memorie, l'autore deve rivivere le sue esperienze ed ero quindi consapevole, o almeno così pensavo, di dover ritornare ai luoghi per me carichi di gioia, così come a quelli carichi di tristezza. Ciò che non capivo completamente era il tentativo di rivivere i momenti belli e quelli meno belli della mia vita. Essere in pace con sé stessi per ritornare a un momento specifico nella propria vita è una cosa, ma immergersi in esso a una profondità tale da gustarlo e sentirlo attraverso tutti i sensi rappresentava per me uno sforzo tale da mettermi letteralmente in ginocchio in più di una occasione.
La parola chiave è INDIPENDENTE. Avendo una storia molto personale da raccontare, volevo occuparmi di come sarebbe stata presentata al pubblico. Mettere a nudo la propria anima a consumo del pubblico intimorisce, spaventa ed è una sensazione davvero intensa. Il pensiero di un editore che revisionava le mie parole o che decideva quali parti della mia storia erano rilevanti o meno non mi allettava, così ho cercato la guida di uno dei miei più cari amici, un uomo che considero un mentore e di cui mi fido: l'autore di successo del New York Times, Homer Hickam. Lui mi consigliò Amazon KDP. Ho deciso di correre con lui e non me ne sono mai pentito. È il mio libro, esattamente come l'ho scritto, proprio come volevo che i fan di Bob lo leggessero. Dal mio punto di vista, la pubblicazione indipendente è l'unico modo per andare avanti!
Mi piace tutto di Amazon KDP. Tutte le mie domande hanno sempre ricevuto una risposta pronta e gentile. Le e-mail di risposta erano sempre tempestive. La revisione, la pubblicazione l'aggiornamento e l'aggiunta delle foto sono stati passaggi effettuati a mio comodo con un clic del mouse. Poter controllare il numero di libri venduti, le royalty, le recensioni dei lettori in qualsiasi momento del giorno o della notte solo con un clic del mouse è davvero una comodità. La pubblicazione su richiesta è un'altra splendida funzionalità di Amazon. Sia che l'ordine comprenda un libro o un migliaio di libri, arriva alla data specificata, se non prima. Secondo me, un autore non può sbagliare pubblicando il proprio libro con Amazon KDP.
"L'autopubblicazione, per me, è sinonimo di libertà e scoperta."
Stephan Talty, autore di Operation Cowboy: The Secret American Mission to Save the World's Most Beautiful Horses in the Last Days of World War II
Avrei voluto fare la scrittrice sin dai tempi della scuola elementare, frequentata presso la scuola St. John the Evangelist di Buffalo. Dovettero trascorrere altri quindici anni prima che io pubblicassi il mio primo pezzo in una rivista minore mentre lavoravo da Doubleday Books, il mio primo lavoro appena uscita dal college. (Vi aveva lavorato Jackie O, cosa che ha colpito favorevolmente i miei genitori). Ciò che desideravo fare, e ciò che amavo di più, era scrivere: libri di narrativa e saggistica.
Ho fatto molte cose prima di avere quell'opportunità: ho lavorato in un negozio di fish and chips. Facevo il revisore presso un grande e ricco studio legale di New York, esaminando le ultime volontà delle persone mondane di Park Avenue. Ero un corriere in bicicletta veloce e fidato, una cameriera terribile e qualche altra cosa.
Alla fine, ho iniziato a scrivere libri di saggistica ma mi sono resa conto di avere delle idee che non avrei potuto incasellare in un formato tradizionale: i momenti, i personaggi o gli avvenimenti storici affascinanti che erano importanti di per sé non potevano però ammettere un libro rilegato di 300 pagine. Non c'era semplicemente lo spazio necessario per tutte queste idee.
Kindle mi ha dato la possibilità di scrivere queste storie. Mi ha consentito di dare loro dei lettori che amavano e che rispondevano agli eventi stranamente illuminanti del nostro passato collettivo che avrebbero rischiato di rimanere altrimenti celati. Più di ogni altra cosa, ho potuto scegliere le narrazioni che desideravo, quelle che non aspettavano altro che essere raccontate.
L'autopubblicazione, per me, è sinonimo di libertà e scoperta.
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